Francesca Chessa








Sono un' illustratrice, abito a lavoro a Torino e adoro leggere e guardare le figure.
www.francescachessa.it


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The Mysterious Parcel
Testo e illustrazioni di Francesca Chessa
pubblicato da Bloomsbury a Londra nel 2007

L’inatteso è un tema che amo inserire nelle mie storie. Non sempre le cose che sembrano andare verso una direzione  poi continuano in quel senso.

La storia ha come protagonisti Charles e Frances.
Per i due protagonisti mi ero ispirata a me e mio fratello. Siamo gemelli e siamo cresciuti insieme. Ovviamente come ogni fratello e sorella ci azzuffavamo  per le ragioni più disparate ma alla fine facevamo pace e continuavamo a giocare insieme.
Anche in questo caso i due protagonisti si azzuffano spesso e tutto a causa di un pacco che arriva a casa loro. Ma alla fine con un inatteso errore riusciranno nuovamente ad andare d’accordo e giocare insieme.

Tutto ha inizio quando il postino porta un pacco molto grande a casa dei due bambini.
La mamma fa presente che è un pacco che ha ordinato il papà e che quindi bisognerà aspettare il suo ritorno a casa prima di aprirlo.





Subito  i due bimbi iniziano a pensare a cosa può esserci all’interno.




Ovviamente Charles pensa che sia qualcosa per lui e Frances qualcosa per lei.




Ad un certo punto sentono come un battito regolare e quindi iniziano ad immaginarsi che all’interno ci sia un leone.

Anche in questo caso iniziano a pensare di chi sarà il leone.
Ma finalmente il Papà ritorna a casa e…(l’inatteso) il pacco non è quello che  lui aveva  ordinato. Ne è sicuro perché il pacco doveva essere molto più piccolo.




Arriva quindi il postino, che nel frattempo, si è anche lui accorto dello sbaglio e consegna il pacco giusto contenente una cassetta per gli attrezzi per il  bricolage.
In un primo momento la delusione è forte e non resta che mangiare una fetta di torta. Poi, tra un morso e l’altro, decidono di usare la cassetta per…





…costruire una grande casa per l’eventuale prossimo leone che fosse arrivato ad abitare da loro.




La soluzione di cosa c’era  effettivamente nel pacco arrivato per sbaglio verrà svelata nel risguardo finale…ma non vi dico cosa è… provate ad immaginare…


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Il regalo di Natale
di Anne Gutman e Georg Hallensleben
Edizione il Castoro, 2002


Il libro fa parte della collana intitolata “i Disastri di Gaspare e Lisa” dove Lisa e Gaspare sono due cagnolini uno bianco e uno nero.

Tutto inizia qualche giorno prima di Natale. Gaspare e Lisa iniziano a pensare a quale regalo potrebbe andare bene per la loro maestra



Viene loro l’idea di  fabbricare una mantella per ripararsi dalla pioggia, utilizzando la tenda della loro doccia.
Pensano che sia il regalo perfetto siccome la loro maestra va a scuola tutti i giorni in bici.

Iniziano quindi  tutta una serie di “avventure” per riuscire a fabbricare la famosa mantella.




Tutto sembra andare “quasi” bene fino a quando , volendo cambiare il colore decidono di metterla in lavatrice. Ed ecco quindi che arriva “l’inatteso”: La mantella uscirà  dalla lavatrice sempre dello stesso colore ma molto più piccola




Ma i nostri eroi non si perdono d’animo. Decidono di donare il loro regalo non più alla loro maestra bensì ad Emilio il suo cane.




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Bim Bum Bam e il pane degli orsi
Di M.Bolliger illustrato da V,Barankova, Edizioni Arka

Il libro si apre su un bel risguardo con la presentazioni dei nostri piccoli protagonisti 



 
Sono orsi veri e propri . Gli unici che non hanno abiti nel paesino dove abitano e anche gli unici animali. E’ interessante come questo non desti nessun stupore e che anzi siano accettati da tutti con molta normalità. Già dall’inizio si viene a sapere che Bim suona la tromba, Bam il violino e Bum il tamburo.


Vengono riconosciuti non solo per lo strumento ma anche per la macchia bianca.


Il panettiere li ama molto e ogni sera prepara loro un pane speciale con tre cucchiai di miele uno per ogni orso. 
I tre orsi per ringraziarlo suonano per lui la sua melodia preferita. 


E tutti contenti mangiano poi a casa la pagnotta deliziosa.


Una sera però, più affamati del solito, incominciano a pensare a come produrre il pane da soli così da farlo più grande e gratuitamente senza doverlo “barattare” con la loro musica.


Preparano una pagnotta gigantesca… ma non sanno del miele, e quindi non lo introducono nella ricetta.


Così la pagnotta non è così buona come al solito e si svegliano al mattino di pessimo umore.


Al concerto serale suonano malissimo.


Alla fine della serata tristi e delusi si dividono. E’ la fine di un’amicizia?

 
E invece no eccoli nuovamente riuniti dal panettiere per la loro pagnotta.
“Perché fare il pane è un’arte”… proprio come suonare.  
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Non dormi piccolo orso?
di Martin Waddell illustrato da Barbara Firth, Salani editore, 1994 
 
Protagonisti di questa storia sono grande orso e piccolo orso. 





Piccolo orso ha paura del buio e quindi grande orso lascia una piccola lampada nella stanza.



Grande orso vuole terminare il suo libro (che con un po’ di attenzione scopriamo che non è altro che il libro che stiamo anche noi leggendo)


Ma piccolo orso continua ad avere paura perché ha paura del buio “attorno”. Allora grande orso prende una lampada più grande per illuminare meglio la stanza.


 Ma nemmeno la lampada più grande serve a placare il nostro orsetto.
 Grande orso allora lo accompagna fuori facendogli scoprire le stelle e la luna.





L’orsetto finalmente si addormenta alla luce della luna, ma soprattutto cullato dalle braccia del papà.




E finalmente grande orso può concludere la lettura del libro… fino alla fine.


Questa storia tratta del tema della paura del buio in modo delicato cercando di placare la paura attraverso la ricerca di soluzioni ( le lampade sempre più grandi) concludendosi con l’accettazione del buio, della notte e delle meraviglie che esso può contenere.
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Les petit Riens
di Lisabeth Brami illustrato da Philippe Bertrand, Seuil Jeunesse, 1995 

Come dice il testo completo “les petites riens qui font du bien et qui ne coûtent rien” ( Le piccole cose che fanno bene e non costano nulla) questa storia è soprattutto un elenco di piccole  cose che danno un senso alla giornata.

Eccone qui alcune:
Trovare un posto segreto per una biglia


Trovare delle figure sulla carta da parati


Giocare con le ciliegie


Camminare sulle foglie secche.



 
Rinfrescarsi lasciando un piede fuori dalle lenzuola quando fa troppo caldo. 

Un  delizioso elenco per ricordare che a volte basta poco per fare ritornare il sorriso…e se il protagonista è un coniglio l’elenco è ancora più prezioso.

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Lulù 
di Grégoire Solotareff  - Bompiani, 1996

La storia inizia con la presentazione dei personaggi: ecco il  coniglio


Ed ecco il lupo, in compagnia dello zio.

 
Ecco che in sole due immagini la storia ha inizio: un coniglio all’apparenza tranquillo e un lupacchiotto in movimento.

Siamo sicuri che si incontreranno, ma come?
Nella pagina successiva veniamo a scoprire che lo zio lupo durante la corsa va a sbattere contro un sasso e “cadde morto stecchito”.

Il lupacchiotto rimane solo.
All’improvviso  sente un rumore proveniente da un buco.

 
Si incontrano! La storia ha inizio. 

Insieme vanno a seppellire lo zio morto. Nel frattempo si presentano:  Il coniglio si chiama Tom e il lupo non ha nome e così viene chiamato dal coniglio Lulù. 
Non sanno che non dovrebbero essere amici e quindi continuano a frequentarsi e diventano amici.

 

Fra i tanti giochi che ci sono ovviamente amano, come tutti i bambini, i giochi di paura. Ed è così che giocando a chi ha paura del lupo il coniglio si accorge di avere realmente paura del lupo.

 
E così la loro amicizia si incrina

Lulù non riesce a rassicurarlo. 

 
Anzi inizia anche ad avere pensieri strani.


Decide così di allontanarsi. Ma da solo, quando è attaccato da un branco di lupi che lo scambiano per un coniglio, capisce cosa vuol dire “avere paura del lupo” 


E così ritorna da Tom


Tom si convince dell’amicizia di Lulù e ritornano ad essere amici.


L’amicizia è quindi salva.

Come dice qui  AntonioTroiano 
“L'esperienza  dell’inseguimento dei lupi fu così terribile, che servì al piccolo Lulù per capire che la paura e la violenza possono avere mille volti. E che bisogna avere sempre rispetto per i più piccoli e i più deboli.”
La storia disegnata con linee essenziali è diretta. Le illustrazioni riescono a raccontare con pochissimi colori (Il giallo per le giornate assolate e calde piene di giochi e allegria, il rosso per la passione e la sera) l’atmosfera e i sentimenti dei protagonisti.

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È il libro che avrei voluto portare durante l’incontro in cui si è parlato del colore.
Purtroppo non sono riuscita a partecipare però, almeno nel blog, volevo  comunque condividerlo con voi.

Questo libro, illustrato da Steve Johnson e Lou Fancher e edito da Random House, fa parte della mia libreria da molto tempo ed è sempre stato fonte di ispirazione per me. E’ un libro molto semplice e allo stesso tempo profondo che attraverso le sue immagini aiuta  i bimbi piccoli ad esprimere il proprio sentire e le proprie emozioni.

Ho trovato su youtube un video con riprodotto tutto il libro.
Se andate sul link qui sotto potete vederlo  nella sua interezza

Ma ecco alcune immagini commentate:

Il libro inizia subito prendendo come spunto i due poli estremi del colore :
Il chiaro e lo scuro.
Non ci sono mezzi toni. Ecco quello che possiamo essere: luce e ombra.




Il colore viene collegato ai “ sentimenti”, all’umore della giornata. Non è più la palla rossa o l’albero verde. Il colore non viene abbinato a qualcosa che si tocca  e/o che si vede, ma a qualcosa che si “sente”.




 La forza e l’energia è rossa
Infatti il rosso (http://it.wikipedia.org/wiki/Rosso)  è tra i colori più stimolanti e coinvolgenti di tutto lo spettro. (http://it.wikipedia.org/wiki/Spettro_visibile)




La noia, l’apatia è grigia .
Tendenzialmente il grigio (http://it.wikipedia.org/wiki/Grigio)  viene visto come  un colore monotono e "piatto".




Le giornate giocose sono gialle ( http://it.wikipedia.org/wiki/Giallo)  e arancioni (http://it.wikipedia.org/wiki/Arancione )
Solitamente i colori giallo e arancione  sono simbolo di vivacità, euforia, calore 





Le giornate felici e spensierate sono rosa  (http://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_%28colore%29 )
I rosa sono considerati colori delicati e profumati.




 Le giornate disperate sono nere (http://it.wikipedia.org/wiki/Nero) : assenza di colore e implosione delle emozioni.





Nuovamente però i colori ritornano  e alla fine  si è nuovamente “se stessi”,  un se stessi di tanti colori . Non a caso “un se stesso”  simboleggiato con il giallo ,il  rosso, il blu  che, secondo alcune teorie del colore, sono i tre colori primari da cui si generano tutti gli altri colori.
E qui la storia può ripartire come in una giostra senza fine.




Come saprà, chi un po’ mi conosce, il colore è un mio “tarlo” da sempre. Mi piace conoscerlo e studiarlo. Ci sono anche delle mie chiacchierate sul colore all’interno del blog di Anna Castagnoli . Se volete andare a curiosare, ecco il link.


















Autore Gilles Tibo, illustratore Luc Melanson
Le Grand Voyage de Monsieur - Dominique et Compagnie, 2001



Il Libro che ho portato è Le Grand Voyage de Monsieur, un libro scritto da Gilles Tibo e illustrato da Luc Melanson, pubblicato nel 2001 dalla casa editrice Dominique et Compagnie.

Il libro inizia con l’elemento scatenante che struttura la storia:

“Dopo la morte del suo bambino Monsieur lascia tutto dietro di lui. Si tiene solo un orso di lana e una sedia per viaggiare”



Sappiamo quindi dall’illustrazione iniziale che Monsieur abitava in una bella casa con giardino e una grande auto è parcheggiata proprio lì vicino.
Le uniche cose però per lui importanti sono un orso e una sedia, l’orso sicuramente appartenuto al suo bambino e la sedia chissà…

Ed ecco quindi che il nostro protagonista inizia il suo viaggio.
Acquista un biglietto di sola andata, non importa per dove” e si siede sull’ultimo vagone.
Qui l’illustrazione si fa interessante e  ci rende “necessaria” la sedia, tanto quanto l’orso.
L’elaborazione di un lutto necessita di solitudine e quindi la sedia serve per sedersi sì nell’ultimo vagone, ma fuori, in modo che non si debba comunicare con gli altri.
Lo sguardo è rivolto al passato (verso sinistra).




Il viaggio continua attraverso le pagine. Le atmosfere riprendono i colori del blu, un colore freddo, il colore dell’introspezione, i luoghi sono sempre vuoti e servono a Monsieur a ritrovare il figlio almeno nel proprio cuore e nella propria immaginazione attraverso la visita a parchi giochi disabitati e piste di circo vuote.




Fino a raggiungere il mare. Qui viene introdotto un colore caldo dopo tutto il “freddo” delle pagine precedenti. Questa immagine mi è sempre piaciuta perché il treno è proprio posizionato come lo potrebbe immaginare un bambino… arriva di fronte al mare e lì si ferma. O almeno, io l’ho sempre immaginato così, quando ero bambina.




L’atmosfera data dai colori inizia sempre più a “scaldarsi così come l’animo del nostro Monsieur durante il suo viaggio. Eccolo qui di sera riscaldato dalla luce dorata, rossa e marrone del tramonto. Finalmente ci sono persone attorno a lui… ancora non c’è comunicazione con loro, ma almeno Monsieur non li evita come in precedenza.




Qualche volta si ferma anche a cena da qualcuno… giusto il tempo di condividere un sorriso”
 Ma non si trattiene a lungo e continua il suo viaggiare.




E proprio durante il suo viaggio incontra un bambino in un paese distrutto dalla guerra. Anche il bambino ha perso la sua famiglia, è disperato e piange in mezzo alle macerie della sua casa.




Il colore di sfondo è un verde carico di speranza. Due solitudini si sono incontrate. Entrambi hanno perso le persone care, Monsieur trasmette la sua esperienza al bambino e gli ripara una sedia e mentre il bambino abbraccia una bambola ritrovata tra le macerie.



Passano del tempo insieme e poi partono in viaggio con le loro sedie e i loro pupazzi che talvolta si scambiano. 





Ancora segnati dalla loro tristezza, non più soli ma insieme. Questa volta il loro viaggiare è rivolto verso destra  idealmente verso un “avanti”, verso il futuro.

È un libro molto “semplice” e allo stesso tempo potente. Le illustrazioni, attraverso il gioco di chiaroscuri  riescono a trasmettere emozioni e accompagnano il testo senza sovrapposizioni contribuendo a mantenere equilibrio tra testo e illustrazione.

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